giovedì 17 gennaio 2008

Dammi ancora la mano...


Lo spettacolo che ha visto Giovanni Baglioni protagonista musicale, si è sviluppato su un testo teatrale interpretato da Teatro Frontiera (Paullo), con le coreografie di Lorena Della Togna (Venezia), eseguite dalle ragazze e da un ragazzo della sua scuola di danza.
Il testo teatrale, scritto da me, con la collaborazione di mia moglie Rita e di Franco Celenza, si sviluppava nella storia del viaggio di Eliana, ragazza in cerca di sè stessa attraverso i propri pensieri e le proprie convinzioni.
Renato

Ve ne riportiamo due brani.


Amica
Dammi ancora la mano,
dammi ancora un sorriso amica mia!
Prendiamoci il tempo che ci resta
per pensare,
per guardare,
prendiamolo per vivere,
perché anche se si è già vissuto
non si è mai vissuto abbastanza.

Viaggiatrice
Quando aprimmo gli occhi al sole,
ad aspettarci c'era la vita.
Provammo a viverla con passione,
con speranza,
provammo a viverla come se fosse nostra
credendo fino in fondo di poter toccare
tutti i cieli del mondo,
convinti
che ne valesse la pena.

Attrice 1 (rivolta alla viaggiatrice e all’amica)
Non avete mai cercato vie trafficate
o risapute,
siete fuggite da ingorghi affannati
scegliendo vicoli e sentieri,
avete percorso strade incerte
inseguendo arcobaleni.

Attrice 2 (rivolta alla viaggiatrice e all’amica)
Avete inseguito la curiosità
cercando dove la terra
conosce il mistero del cielo.
Vi siete abbracciate forte
quando vi prese la tristezza,
cercando di confonderla con un gioco,
con una carezza,
con due sciocchezze
che nascondevano l'amarezza dietro una risata...

Attrice 3

perché sapevate
che ridere non è far brillare gli occhi
e i denti,
ma è scoprire
e dare un senso alla bellezza.

Amica
Ed ora che te ne vai con un sorriso,
non so che canzone cantarti:
la mia chitarra se l’è portata via il vento,
le mie parole
se le è portate via la pioggia.
Ed ora che te ne vai mandandomi un bacio,
non so nemmeno come posso amarti:
la mia anima
trema dentro la pelle,
ma rimane immobile come un tatuaggio
e guarda... oltre quel ponte
che non può attraversare.
Continuerò il mio viaggio
e sarà il mio solito viaggio,
semplice e curioso,
ma ora, sarà più facile inciampare:
succede
a chi guarda spesso il cielo!

domenica 13 gennaio 2008

Gli occhi degli uomini semplici

Viaggiatrice
Ma come sono gli occhi degli uomini semplici? Sono uguali in ogni luogo? Quali sono le storie che gli uomini di ogni giorno vivono logorando le loro strade? Sono occhi e storie che non ricordo più!

Attrice 1
Sono le storie di chi insegue con ostinazione la vita, sono storie di chi non finirà mai sui libri, restando solo un qualcuno da ricordare per tutti quelli che hanno incrociato il suo respiro; sono le storie che passano su questa terra che ogni giorno regala un tozzo d'illusione per far sì, che passo dopo passo, continuiamo a spingere avanti il cuore, in questo lavoro duro di essere uomini e non sapere quale sarà il nostro futuro.
Gli uomini semplici sono tutti uguali dentro alla cultura che gli è dato di avere, dentro le tradizioni di una terra che li ha visti crescere.

Attrice 2
Ma certo!
Hanno comprato poveri quaderni per figli scalzi e dignitosi nel portare a spasso il loro niente, hanno comprato quaderni ben rilegati e astucci che profumano di vera pelle per figli che portano a spasso il "progresso" che gli è stato concesso: tutti vorrebbero che vedessero un domani migliore dei loro oggi. Sono uomini e donne che tengono per mano i loro figli cercando di dare valore ad una speranza che sentono irrealizzabile in se stessi, ma che vedono prolungarsi e prendere forma e sostanza nei propri figli, nel cielo largo del loro futuro.

Attrice 3
Gli uomini semplici sono uomini che lottano giorno per giorno per sfuggire alla voragine della solitudine che invade il cuore, quando tutto si racchiude nella vecchia fotografia sgualcita che tieni nel portafoglio; sono uomini che sfuggono alla voragine della più brutta delle malattie: quella dell'indifferenza dei potenti che conoscono la sola dignità dei numeri.

Attrice 1
Tutte le persone semplici tentano di essere più forti di quel vento che solleva la sabbia di un deserto o le carte dei giornali, vento che si insinua nei corridoi della mente e che fa sentire il fischio della paura. Cercano di superare l'angoscia del tuono e della pioggia e nella loro paura hanno uno sguardo per chi amano di più: i loro bimbi o i vecchi soli, o gli animali compagni di una vita agra.

Attrice 3
Gli uomini semplici chiedono di piangere, ridere, sognare una nuvola sulla quale staccarsi dal vivere quotidiano fatto di rumore, di frenesia e di inquietudine. Chiedono di poter stringere una mano di qualcuno che amano, o di qualcuno che li fa sentire amati.

Attrice2
Certi uomini semplici non capiscono che non è una benedizione avere un bambino che lavora a costruir mattoni, o a scavare miniere di diamanti per chi domani poi gli regalerà un pacco di vestiti che non mette più. Cercano la propria realizzazione nel falso mito di un lavoro che sta al di sopra della vita stessa: non capiscono che basterebbe un lavoro, magari da sputare nelle mani, ma che non fagocitasse quel poco che ci è dato di vivere.



Attrice 1
Gli uomini semplici... sono Ebrei e Arabi, Bianchi e Neri, Cattolici e Protestanti, Curdi e Turchi, Sciiti e Sunniti, Ceceni e Russi... sono quello che la loro cultura e la loro tradizione ha permesso loro di essere, sono quelli che vorrebbero solo vivere, sognare, lavorare, amare!
Sono così sotto ogni cielo: stanno di qua e di là dei muri delle ideologie, di qua e di là dei fossati delle religioni, di qua e di là delle barriere del colore della pelle, ma gli uomini semplici in ogni parte del mondo hanno la stessa semplicità nel cuore e stanno con le braccia al cielo nella speranza di toccare la mano di chi sta al di là delle barriere e degli steccati che si trovano attorno

Viaggiatrice
Ora ricordo, ma soprattutto ho capito! La semplicità è come la poesia: non cerca verità, ma la crea! Si alza dentro un sogno che sta nella libertà dei cuori, si alza sopra tutte le barriere come sopra tutto si alza la musica.
E facciamola salire la musica! La musica come una ninna nanna ad addormentare la pazzia umana, la musica a lanciare la sua poesia per superare le barriere di filo spinato e le barriere di cultura, di ideologie ispirate da religioni che nessun Dio vorrebbe. Suona, suona sempre più forte!Di più del più che puoi, più forte! Più forte della morte!